john_chapman13522

John Chapman Chapman itibaren Bebar, Pahang, Malaysia itibaren Bebar, Pahang, Malaysia

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Non ho riso per davvero (e non solo mentalmente ma con tutte le labbra, le guance e gli occhi) per un libro da quando Marquez fece dire a Amaranta "sei una di quelle che confondono il c**** con l'equinozio" in Cent'anni di solitudine. Se tale battuta allora non mostrava un senso apparente e mi costrinse alla risata perché presa alla sprovvista, quelle di Guida Galattica per autostoppisti sono tutte parecchio logiche seppure è l'improbabile a sorreggere la trama e di conseguenza i dialoghi e le descrizioni che tanto mi hanno divertito. Ci sono parecchi spunti di riflessione metafisica che lo scrittore butta sul comico, il senso della vita si riduce a un calcolo probabilistico e l'esistenza dell'uomo a un esperimento cibernetico. Il senso del libro è che se provi a spiegare il tuo modo di vedere la vita probabilmente farai scoppiare una guerra dall'altra parte dell'Universo, che non bisogna gettarsi a capofitto nella risposta se non si ha chiara la domanda, e che a volte non sapere per davvero perché si fa esattamente qualcosa (smettere di pianificare, lasciare che la nostra parte ancestrale e istintiva prenda il sopravvento sulla ragione) può portare al raggiungimento della stessa, che non bisogna mai credere che la probabilità sia troppo bassa per ottenere ciò che desideri (basta usare l'indice di Improbabilità), che anche i robot hanno le loro magagne e mai sottovalutare le intelligenze "inferiori". D'altronde il vero senso del romanzo è stampato a caratteri cubitali sulla prima pagina della guida NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO! P.S. : questo romanzo insegna anche che bisognerebbe sempre girare per strada con tre pinte di birra nello stomaco, non si sa mai quando queste potrebbero salvarti la vita.

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This is not a cheerful book. The author touches on every imaginable component of adolescent life in the setting of a group of young students at a prestigious, all-male Catholic preparatory school located in contemporary Dublin. Drugs (lots), sex, alcohol, cliques, sports, video games, cell phones, depression, bullying, school yard fights, and even attempted time travel all play a part in this long (very long) narrative. Throughout all this there was a certain honesty and empathy with which the author shaped his characters and even the vilest of boys was portrayed as person you could feel sorry for. In telling this story, the author shifts between numerous points of view, including that of both students and teachers, to create a multi-dimensional view of a small school in all its disarray. The book is often weighed down by long narratives that I found exceedingly boring and I often skipped pages just to get through the book. Was happy to be done with it.